In questi mesi sono proseguite le sperimentazioni e le analisi descritte nei due report precedenti (Report 1 – Report 2). Siamo quasi in dirittura d’arrivo e riportiamo di seguito le novità inviateci dal gruppo di ricerca di Firenze:
Siamo giunti ormai al termine del progetto che mirava a studiare ecotipi di luppolo autoctono italiano, condotto dal Team dell’Università di Firenze (Prof. Stefano Mancuso, Dott. Taiti Cosimo, Dott.ssa Camilla Pandolfi, Tommaso Stettler) in collaborazione con l’Associazione Italiana Luppolo.
Cogliamo l’occasione con questo ultimo report di ringraziare tutte le persone che ci hanno permesso di portare avanti questo progetto e grazie alle quali è stato possibile realizzare una originale ed innovativa tesi sperimentale.
Il progetto è stato sviluppato in 4 grandi fasi:
- Analisi aromatiche preliminari su coni di luppolo: i luppoli autoctoni utilizzati in questo studio sono stati forniti dai soci dell’Associazione Italiana Luppolo che hanno provveduto al raccolto ed al processo di essiccazione e conservazione. I luppoli di origine commerciale invece, sono stati acquistati presso dei rivenditori ufficiali. Tutte le analisi aromatiche sono state condotte mediante il PTRMS-TOF.
- Fase di coltivazione: terminata la fase di analisi preliminare, i luppoli che mostravano le caratteristiche più promettenti sono stati trasferiti in campo, dove sono stati coltivati all’interno di 2 impianti pilota sperimentali. I rizomi necessari per iniziare la coltivazione sperimentale, sono stati raccolti dagli stessi soci che ci avevano fornito i fiori per le prime analisi.
Campo sperimentale 1 Questa fase ci ha permesso di valutare la capacità produttiva e di adattamento dei diversi ecotipi autoctoni alle condizioni ambientali sperimentali. Inoltre, standardizzando le condizioni di crescita è stato possibile valutare oggettivamente la produttività dei diversi ecotipi in termini di quantità e qualità.
- Analisi delle reti neurali: attraverso questa tipologia di analisi è stato possibile indagare (seppur preliminarmente) sulla variabilità genetica delle piante studiando le caratteristiche morfologiche. Lo scopo di questa analisi era quello di indagare i luppoli provenienti da tutta Italia, per capire se fossero o meno dei diversi ecotipi. Non avendo a disposizione i fondi necessari a svolgere analisi genetiche, abbiamo adottato un metodo molto efficace, semplice ed economico.
Analisi parametri morfometrici e colorimetrici con Tomato Analyzer 3.0 In pratica le foglie di ogni pianta appartenente ad ogni ecotipo coltivato all’interno del campo sperimentale 1 sono state scannerizzate ed analizzate con un software (Tomato Analiyser 3.0), il quale ci ha fornito tutti i parametri morfometrici e colorimetri necessari al confronto.
- Analisi aromatiche dei coni coltivati all’interno dei 2 impianti sperimentali: dopo aver coltivato le piante e giunti al periodo della raccolta, attraverso analisi visiva ed olfattiva, abbiamo valutato il momento migliore per ognuna delle accessioni con il fine di individuare le varietà più precoci e quelle più tardive. Una volta raccolti i fiori sono stati essiccati seguendo un protocollo standard per tutte le varietà e successivamente sono state ripetute le analisi aromatiche (come al punto 1).
- Utilizzo delle varietà più idonee per la realizzazione di campioni di birra sperimentale: conclusa la fase di coltivazione e di analisi, i risultati sono stati incrociati con lo scopo di ottenere informazioni in merito agli ecotipi più promettenti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
La fase 5 è la “chiusura del cerchio” per quanto riguarda questo progetto in quanto, dopo studi approfonditi, in quest’ultima fase abbiamo impiegato i luppoli più promettenti per la realizzazione di campioni di birra sperimentale, con lo scopo di valutare le qualità aromatiche del luppolo impiegato e del prodotto finale. Per fare questo abbiamo iniziato una stretta collaborazione con il “Birrificio I Due Mastri” di Prato che, con immensa disponibilità ed entusiasmo, ci ha permesso di realizzare i campioni di birra sperimentale. Grazie a loro infatti, siamo riusciti ad ottenere 10 litri di birra finita per ognuna di queste varietà:
- Cascade, coltivato nel campo sperimentale 1.
- Cascade, coltivato nel campo sperimentale 2.
- Cascade commerciale.
- Troghi.
- Piemonte 9.
Dato che per la finalità del nostro studio a noi interessava caratterizzare le birre solo dal punto di vista aromatico, non abbiamo prodotto una birra standard da zero utilizzando esclusivamente i nostri luppoli anche per l’amaro, ma abbiamo scelto, insieme ai birrai, di utilizzarli mediante l’estrazione a freddo, chiamata in gergo Dry Hopping. Per arrivare al nostro obiettivo, abbiamo scelto la birra più “equilibrata aromaticamente” del birrificio, cosi da riuscire a caratterizzarla per distinguere le diverse varietà di luppolo. In più analizzando la varietà commerciale Cascade coltivata in tre zone diverse, puntiamo a mettere in evidenza l’influenza dell’ambiente di coltivazione su una stessa varietà.
Per concludere questo studio e renderlo davvero completo, abbiamo aggiunto una Sesta fase, quella della degustazione che si svolgerà in data 17/12/2015 presso la sede del L.I.N.V. (all’interno del DISPAA) dell’Università di Firenze.
Sarà realizzato sia il panel test che il consumer’s test con lo scopo di valutare il luppolo attraverso l’analisi sensoriale della birra e stabilire l’eventuale interesse del consumatore verso questa tipologia di prodotto.