Nei mesi scorsi l’Associazione è entrata in contatto con Tommaso Stettler, uno studente dell’Università di Firenze che in quel periodo era alla ricerca di luppoli selvatici provenienti da varie regioni italiane. Da questi primi contatti è nata una collaborazione che si è tramutata in una tesi di laurea sperimentale che Tommaso condurrà nei prossimi mesi.

Abbiamo chiesto a Tommaso, ora anche lui socio dell’Associazione, di raccontarci com’è nata l’idea della tesi e come si svilupperà l’intera ricerca. Ne è scaturita questa sorta di intervista che a noi piace più considerare, nello spirito dell’Associazione stessa, una chiacchierata tra amici.

Tommaso fa giustamente notare come “in Italia negli ultimi anni è in grande espansione il fenomeno delle birre artigianali, in questo settore i trends e le mode sono in continua evoluzione e si susseguono rapidamente offrendo continui spunti di specializzazione ed innovazione. Data la scarsa tradizione a livello nazionale, sia nella produzione della birra e sovente anche delle materie prime, è nato questo studio volto a stabilire le reali e future potenzialità del luppolo autoctono nel processo di birrificazione. Il tutto nasce da un progetto di ricerca condotto dall’Università degli Studi di Firenze, più precisamente dal LINV (Laboratorio Internazionale Neurobiologia Vegetale) del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente, che ha reso possibile intraprendere uno studio sulle varietà autoctone di Luppolo, provenienti da diverse regioni italiane, con lo scopo di analizzarle e trovare possibilmente le più adatte al processo di birrificazione.

Siamo anche curiosi di capire come verrà svolto il lavoro di ricerca e ci viene spiegato che lo studio sarà così impostato:

  • Valutazione del profilo aromatico dei fiori di luppolo autoctoni, e loro comparazione con le varietà più comunemente utilizzate. Abbiamo scelto, tra le varietà commerciali alcune delle più rappresentative e conosciute: Saaz (Repubblica Ceca), Cascade (Stati Uniti), Tradition (Germania), Perle (Germania).
  • Prove di crescita in campo su varietà di luppolo autoctoni, e comparazione con le varietà comunemente utilizzate. Usufruendo di due appezzamenti in zone diverse della provincia di Firenze. Il primo nel comune di Calenzano, all’altezza di circa 40 slm (metri sopra al livello del mare.) mentre il secondo nel comune di Bagno a Ripoli, all’altezza di circa a 270 slm.

Prosegue Tommaso: “Coltiveremo in replicato sia le varietà autoctone italiane sia le varietà commerciali per valutare differenze nella capacità di crescita e resistenza ad ambienti diversi.

Nel periodo Settembre-Ottobre del 2014 abbiamo aiutato Tommaso a raccogliere in varie regioni d’Italia diversi esemplari di luppoli autoctoni. In effetti lui conferma che “grazie all’aiuto dei soci e soprattutto grazie all’appoggio imprescindibile del Presidente dell’Associazione, Michele Bessone, siamo riusciti a disporre di 24 varietà diverse di infiorescenze di luppolo provenienti da molte zone d’Italia (si veda la Tabella N.1). Non è stato possibile avere informazioni precise sui luoghi di provenienza di ogni varietà, ma nelle caselle con titolo “note” ci sono alcune precisazioni per quanto riguarda le zone esatte di raccolta o successiva coltivazione. Invece per le quattro varietà non autoctone è specificato la denominazione commerciale”.

tabella

Il lavoro da svolgere risulta essere decisamente articolato e in effetti Tommaso ci conferma che non sarà solamente lui ad occuparsi della ricerca in qualità di tesista ma il team sarà composto anche da due ricercatori, il Dott. Cosimo Taiti e la Dott.ssa Camilla Pandolfi, il tutto supervisionato dal Prof. Mancuso, direttore del LINV.

Tommaso ci illustra come è stato svolto fino ad ora il lavoro: ”Ad oggi è stata conclusa la prima fase della prima parte del progetto, che riguardava la caratterizzazione aromatica dei diversi luppoli mediante l’utilizzo di uno strumento innovativo il PTR-MS-TOF (“Proton Transfer Reaction – Time of Flight” Ionicon, Innsbruck, Austria). In Fig. 1 è possibile osservare una rappresentazione schematica dello strumento e della modalità di analisi effettuata. Si tratta di una tecnologia di spettrometria di massa a trasferimento protonico, che consente la misurazione in tempo reale dei composti organici volatili (VOCs) con tempi di acquisizione rapidissimi (per es. 100 ms) e con un’elevatissima sensibilità (5-10 ppt), senza la necessità di pre-trattare il campione. In più, il “Time of Flight” usa un campo elettrico per accelerare gli ioni e un detector per misurare la loro velocità, metodologia che permette, di superare i principali limiti del PTR-MS, quali l’assenza di risoluzione delle molecole isobariche e la scarsa sensibilità per le molecole semi-volatili.  Questa tecnica innovativa consente una grande varietà di analisi di specie organiche (come alcheni, alcoli, aldeidi, composti aromatici, chetoni, nitrili, solfuri e molti altri) in matrici complesse.

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Rimaniamo veramente affascinanti dall’approfondito lavoro che questo team del LINV ha intrapreso e dal livello altissimo delle tecnologie a disposizione per cui chiediamo a Tommaso di tenerci aggiornati nei prossimi mesi in merito ai successivi sviluppi della ricerca e lui ci conferma che “i risultati delle analisi aromatiche, effettuate grazie alle peculiari caratteristiche dello strumento, saranno mostrate nel successivo report. Questa è solo una piccola premessa al nostro studio, atta a mostrare i nostri obbiettivi e primi sviluppi. Prossimamente verranno redatti ulteriori articoli con la finalità di mostrare i progressi ed i risultati ottenuti tramite le diverse analisi effettuate. Tutto ciò si evolverà soprattutto con l’arrivo della primavera ed il trasferimento delle prove sperimentali direttamente in campo. Infatti, attraverso la coltivazione dei rizomi delle piante da cui sono derivati i coni utilizzati preliminarmente, si avvierà la coltura nella prossima primavera 2015. Ci aspetta molto lavoro e molte analisi, ma speriamo e ci auguriamo di fare delle scoperte che doneranno un futuro florido e “profumato” a questa magnifica pianta e conseguentemente al suo “frutto”, la birra italiana.”

Ora effettivamente si tratta di aiutare Tommaso a reperire i rizomi per la messa in campo ed è un impegno che l’Associazione si assume volentieri chiedendo anche a chi ci legge di mettersi in contatto con noi (info@luppolo.org) o con Tommaso per aiutarlo in questo affascinate viaggio nel luppolo autoctono italiano.

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